Seminario in Sardegna a Ozieri (SS) - 17 febbraio 2019 - LE FOTO

Troppo spesso la curiosità viene etichettata come un atteggiamento negativo io, invece, da gran curiosa ritengo sia sinonimo di meraviglia. Non si immobilizza ma ha un continuo bisogno di guardare e conoscere.
È così che, per pura e semplice curiosità, mi sono avvicinata al VingTsun, una disciplina di cui non avevo mai sentito parlare e che rappresentava per me l’ignoto.
Quando Federico mio amico e ora, posso dire, mio istruttore mi ha parlato con estrema passione di questa “strana e sconosciuta” arte da lui praticata non riuscivo a farmi un’idea. Nonostante le precise e attente risposte alle mie numerose domande mi sembrava tutto così irragionevole e assurdo. La mia immaginazione non poteva elaborare un binomio tra sensibilità e difesa, era un po’ come provare a stabilire un legame tra pace e guerra.
Tutto razionalmente impossibile, mi chiedevo: un sistema di combattimento può davvero insegnare al praticante a sviluppare una migliore sensibilità del corpo, con la quale “avvertire” i movimenti di un avversario prima che questi si definiscano e vengano portati a compimento, trasformandosi in un attacco?
La voglia di toccare con mano, dare delle risposte concrete alle mie domande, conoscere e comprendere il motivo di tanta passione ed enfasi ed il voler supportare Federico nella nuova sfida, ovvero l’apertura di una scuola da lui seguita, sono stati gli elementi che mi hanno spinta a non vivere più la disciplina da curiosa ascoltatrice/spettatrice ma da protagonista.
Piuttosto che protagonista, preferirei definirmi coprotagonista di un team che lentamente ha iniziato a svelare delle affascinanti e, allo stesso tempo, rigide dinamiche e regole interne. Il VingTsun è come prima cosa disciplina, fondamentale per il rispetto e l’educazione alle dinamiche del gruppo; non a caso parliamo di scuola.
Con l’avanzare degli allenamenti, passo dopo passo, quella che era un’idea vaga di ciò che poteva nascondersi dietro questo mondo ha iniziato a concretizzarsi e produrre i suoi risultati.
È sorprendente raggiungere la consapevolezza che il nostro corpo nasconde del potenziale inaspettato, dobbiamo, solamente, assecondarlo senza negargli la possibilità di “sentire” chi abbiamo di fronte.
Lo ammetto, tutto ciò non è semplice, soprattutto per gli allievi novelli come me; il contatto fisico da gestire, la paura di non essere in grado di difendersi o di sbagliare rischiando di colpire, erroneamente, il compagno di allenamento costituiscono dei piccoli ostacoli da superare.
Ma la grinta e l’estrema fiducia riposta in noi dal nostro istruttore son stati elementi fondamentali per il nostro addentrarci nel mondo del VingTsun.
Mi affascina avere la possibilità di vivere un mondo capace di stimolare decine di domande e frequentissimi “perché”, ma la cosa che ancor più lo rende interessante è l’aver ricevuto una risposta ad ogni quesito, dal più banale al più contorto, sino ad ora il VingTsun ha sempre avuto una risposta adatta per ogni domanda.
Ricordo quando il giorno della mia prima lezione Federico ci ha mostrato i passi, parte fondamentale per la disciplina, ho quasi avuto la sensazione di non saper camminare, siamo stati guidati così come un adulto supporta i primi passi di un bambino: “Quanta pazienza ci vuole, mi chiedevo! Perché questo passo? Perché quest’angolatura?”. Ogni nostra curiosità veniva soddisfatta, ogni movimento giustificato e ogni piccolo risultato raggiunto ci spingeva verso una nuova consapevolezza del noi. Dopo mesi di allenamento, con l’avvicinarsi della data del Seminario, tenutosi il 17 Febbraio ad Ozieri sono emerse delle emozioni contrastanti: la curiosità di conoscere il Maestro di cui Federico ci parlava tanto, il suo mentore, e la paura di doverci mettere alla prova superando, metaforicamente, le mura della nostra palestra.
Eravamo ansiosi di conoscere e farci conoscere.
Quando il Sigung è arrivato son stati sufficienti una forte stretta di mano ed un caloroso saluto per lasciarci trascinare dal suo estro. A parte il nostro gruppo hanno aderito all’evento alcuni componenti esterni che hanno risposto con entusiasmo all’invito, partecipando in maniera attiva.
La lezione è stata sin da subito dinamica e carica di energia coinvolgente. Ciò che ha colpito me e i miei compagni è stata l’empatia con cui, il Sigung, è riuscito a relazionarsi con ognuno di noi invitandoci a liberarci da ogni tensione e ricordandoci che la forza non sta nei muscoli ma nella nostra mente e nella nostra sensibilità. La difesa personale inizia da noi stessi: prestare attenzione ai movimenti e correggerli, apprendere i migliori metodi di respirazione e rilassamento sono elementi imprescindibili per star bene e vivere meglio.
Lì ho realizzato, ancora di più, che tutto prendeva forma ed era più chiaro e spontaneo. Io piccola donna posso davvero, con i giusti accorgimenti avere la meglio durante un attacco.
Ovviamente per sviluppare queste capacità serve il contatto fisico ma nel VingTsun non manca la parte esplicativa e teorica, fondamentale, per approfondire questo tipo di allenamento con l’avversario.
La disciplina prevede lo studio di tutte le distanze del combattimento e impiega tutte le armi offerte dal nostro corpo, come pugni, calci, gomitate, ginocchiate, leve, proiezioni e lotta.
La possibilità di avere un seminario nella nostra isola è stata per noi significativa, ci ha permesso di conoscere colui di cui avevamo tanto sentito parlare e di percepire in maniera più concreta il legame tra noi e le scuole del “continente”.
Certi della decisione di voler far parte di questo mondo attendiamo il prossimo seminario… Step to step…
Rita Sanna

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Locandina-Seminario-Sardegna-Ozieri-(SS)-17-febbraio-2019