Il fuoco dell’autodifesa non si spegne mai: la mia esperienza al

corso di antiaggressione EVTF a Pavia presso il Campus Aquae

“Accendere il corpo”. Queste sono state le prime parole che ho sentito dal Maestro Emanuele Ciccarelli, non appena ho iniziato il corso antiaggressione per sole donne e come il ritornello di una canzone che si ripete dopo ogni strofa, questa frase mi ha accompagnato fino al termine delle lezioni pratiche alle quali ho partecipato. La metafora dell’accendersi è significativa perché come il fuoco, anche il corpo deve passare da una scintilla all’incendio. Mente e fisico si attivano durante un’aggressione e questo accendersi non è altro che reagire, pensare “sono qui, ora, qualunque cosa mi accada”.
Vuol dire non arrendersi alla paura che paralizza i movimenti, al panico che gela il sangue nelle vene, alla respirazione che si fa più concitata, al battito del cuore che aumenta e che crea subito una tensione difficilmente recuperabile. Durante un’aggressione, quando il terrore investe totalmente una persona, le chances di sopravvivere o di rimanere illesi sono pochissime. Come mi hanno insegnato queste lezioni pratiche, l’autodifesa è la volontà, di fronte ad emozioni forti, di trasformare ciò che sembra a noi ostile e sfavorevole in un elemento di difesa, convertendo la paura in adrenalina. Contrariamente a quanto si pensa, non è necessaria una grande forza fisica per potersi difendere da un aggressore: la forza è relativa, varia per ciascuno di noi, ma non è il fulcro dell’autodifesa.
Il cuore della disciplina invece è la consapevolezza, nell’ambito di un attacco alla nostra incolumità fisica, che possiamo avere una chance: la reazione contro l’aggressore avviene sviluppando quell’accensione che coinvolge corpo e mente, citata all’inizio. Non manca una serie di accorgimenti come il controllo del respiro che è essenziale, così come il mantenimento di una postura adeguata, senza dimenticare di proteggere con le mani i punti più delicati del corpo, soprattutto il viso.
Durante le otto lezioni abbiamo affrontato numerosi scenari di aggressione: dallo scippo, all’aggressione alle spalle, alla difesa da armi e bastoni, all’aggressione di gruppo e molte altre ipotesi che possono verificarsi nella realtà quotidiana. In merito a questo profilo, tengo a sottolineare la concretezza del corso: a nessuna di noi partecipanti è stata fatta la promessa di imparare mosse spettacolari come quelle che si trovano nelle più note pellicole cinematografiche d’azione. Un aspetto sul quale ha insistito in modo particolare Master Ciccarelli è stata la differenza tra realtà e finzione, tra ciò che è l’autodifesa in senso proprio e ciò che è solo spettacolo e si rivela inefficace alla difesa. Sono state utilissime a comprendere gli effetti delle tecniche nei confronti di un potenziale aggressore le simulazioni e dimostrazioni effettuate da Master Ciccarelli con la collaborazione dell’istruttore Andrea De Clara, alle quali si sono aggiunte le simulazioni effettuate tra noi partecipanti. Nel complesso sono state otto lezioni intense, ognuna caratterizzata da un grado di difficoltà crescente, ma ottime a fornire una panoramica essenziale delle più importanti tecniche di autodifesa, correlate ai casi che si verificano più frequentemente.
Consiglio questo corso a ogni donna perché dà la possibilità di mettersi in gioco, darsi una chance in caso di pericolo e imparare un approccio diverso nei confronti di quelle situazioni nelle quali è minacciato il bene più prezioso che abbiamo, la nostra vita. Ringrazio infinitamente Master Emanuele Ciccarelli, l’istruttore Andrea De Clara e tutti i ragazzi di EVTF di Pavia per essersi prestati a simulare gli aggressori. Infine un grande grazie anche alle mie compagne di avventura, con le quali si è creato un clima costruttivo, di sostegno reciproco e di impulso a migliorare. Personalmente ho scoperto una parte nuova di me, più audace, combattiva, pronta a reagire nonostante la paura, le incertezze e tutto ciò che può impedire al fisico e alla mente di attivarsi e impegnarsi per salvaguardare se stessi.
Giorgia Lazzari

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